LA STORIA DEI COMITES
La storia dei Com.It.Es. comincia alla fine degli anni '60 con l'istituzione dei primi Comitati di
Assistenza Consolare (Co.As.It.), previsti dall'articolo 53 del D.P.R. del 5 gennaio 1967 n. 18
("Ordinamento dell'Amministrazione degli affari esteri").
Si trattava però di organismi non elettivi e dunque non rappresentativi delle collettività italiane
all'estero.
Le comunità italiane nutrivano aspettative molto più ampie, il loro obiettivo era la
creazione di organismi autonomi e rappresentativi che potessero interloquire con i Consolati,
collaborando con questi ultimi nelle iniziative a favore delle collettività.
Arriva la 1a Conferenza Nazionale dell'Emigrazione
Gli italiani residenti all'estero ebbero la prima opportunità per far sentire la propria voce in
occasione della 1a Conferenza Nazionale sull'Emigrazione nel 1975.
Il Convegno del '75 fu vissuto dagli italiani all'estero come un'occasione da non perdere: per la
prima volta potevano formulare le loro richieste ed illustrare i loro progetti in un foro istituzionale.
Nonostante le aspettative e l'intenso lavoro di preparazione, i risultati della Conferenza non
rispettarono le attese delle nostre comunità all'estero.
Si formano i Co.Em.It.
Il primo risultato apprezzabile venne solo dieci anni dopo quando, con la legge n. 205 dell'8 maggio
1985 ("Istituzione dei comitati dell'emigrazione italiana"), nacquero i Co.Em.It. o Comitati
dell'Emigrazione Italiana.
Le comunità italiane ne salutarono l'istituzione come una grande conquista: finalmente si passava ad
una forma di rappresentazione liberamente scelta con voto democratico.
Le prime elezioni si tennero il 23 novembre 1986, ma in Australia, in Canada e Germania i Co.Em.It.
vennero nominati dai Consoli per via del veto all'elezione dei rispettivi Governi.
I membri del Co.Em.It. erano eletti col metodo proporzionale sulla base di liste di candidati
concorrenti, duravano in carica per tre anni ed erano rieleggibili.
Nell'applicazione pratica, tuttavia, le competenze e l'autonomia dei Comitati risultarono incerte,
favorendo in alcuni casi anche situazioni di conflittualità.
Anche per queste ragioni le nostre comunità chiesero una riforma che desse ai Co.Em.It. maggiore
autonomia.
La 2a Conferenza Nazionale dell'Emigrazione e il C.G.I.E.
Una buona occasione per sollecitare i cambiamenti sperati si presentò nel 1988, quando venne
convocata la 2a Conferenza Nazionale dell'Emigrazione.
Anche questa volta, come era già accaduto nel 1975, le aspettative sull'esito dei lavori erano grandi.
A differenza della prima, questa Conferenza diede risultati apprezzabili.
Uno dei risultati della Conferenza del 1988 fu la riforma dei Co.Em.It., i quali con la legge n. 172
del 5 luglio 1990 ("Norme di modifica ed integrative della legge 8 maggio 1985, n. 205, sui comitati
dell'emigrazione italiana") si trasformarono in Com.It.Es. o Comitati degli Italiani all'Estero.
La nuova normativa non solo chiarì le funzioni ed il ruolo dei Comitati, ma ne ha cambiò
anche il nome, sottolineando così la discontinuità col passato.
La riforma prolungò a cinque anni la durata in carica dei Com.It.Es. e ne delineò la
struttura amministrativa.
L'organizzazione dei Comitati fu innovata anche dal punto di vista finanziario, prevedendo una
maggiore autonomia nel reperimento dei fondi necessari alla loro attività.
Le prime elezioni dei Com.It.Es. si tennero il 26 maggio del 1991.
Anche questa volta, in Australia i Com.It.Es. vennero nominati dai Consoli per
via del veto all'elezione del Governo australiano.
Un altro risultato della Conferenza del 1988 fu l'istituzione del
Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (C.G.I.E.), l'organo
di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi di interesse
per gli italiani all'estero istituito con Legge 6 novembre 1989 n. 368
(modificata dalla Legge 18 giugno 1998, n. 198) e disciplinato dal regolamento
attuativo di cui al D.P.R. 14 settembre 1998, n. 329.
Il C.G.I.E. deriva la sua legittimità rappresentativa dall'elezione diretta da
parte dei componenti dei Comites nel mondo e rappresenta un importante passo
nel processo di sviluppo della "partecipazione" attiva alla vita politica
del paese da parte delle collettività italiane nel mondo. Allo stesso
tempo costituisce l'organismo essenziale per il loro collegamento permanente
con l'Italia e le sue istituzioni.
Il CGIE si compone di 94 Consiglieri, di cui 65 eletti direttamente all'estero
e 29 di nomina governativa. I suoi organi istituzionali sono il Comitato di
Presidenza (composto oltre che dal Ministro, dal Segretario Generale, da
quattro Vice Segretari Generali e da undici rappresentanti delle varie aree),
le otto Commissioni Tematiche, le tre Commissioni Continentali, la Commissione
di nomina Governativa, i Gruppi di Lavoro e l'Assemblea Plenaria.
LA NUOVA LEGGE
Nel quadro della rinnovata attenzione dell'Italia per i connazionali che vivono fuori dal Paese -
dimostrata anche dalla Legge sul voto all'estero - nel 2003 il Parlamento italiano approvò una
nuova riforma dei Com.It.Es. (Legge 23 ottobre 2003, n. 286, "Norme relative alla disciplina dei Comitati
degli italiani all'estero", disciplinata dal D.P.R. 29 dicembre 2003, n. 395,
"Regolamento di attuazione della legge 23 ottobre 2003, n. 286, recante disciplina dei Comitati degli italiani all'estero").
La novità principale riguardava la modalità di voto, per corrispondenza.
Le prime elezioni con la nuova legge si sono tenute il 26 marzo 2004.
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