Contatto, Nr. 3, giugno-luglio-agosto 2007

Il Nationaler Integrationsplan del Governo Federale tedesco

Volontà di fare degli immigrati un soggetto attivo e partecipe

Claudio Cumani, presidente del Comites di Monaco di Baviera

 

Secondo gli ultimi dati disponibili (pubblicati dallo Statistische Bundesamt di Wiesbaden nell'aprile di quest'anno e relativi al 2005), in Germania sono ormai 7,3 milioni i cittadini stranieri immigrati, e 15,3 milioni i cittadini con Migrationshintergrund: in pratica, un quarto degli abitanti di questo Paese (e ben un terzo dei i bambini sotto i 5 anni)

Il 14 luglio dell'anno scorso, su invito della cancelliera federale Angela Merkel, si era tenuto a Berlino il primo Nationaler Integrationsgipfel (vertice nazionale sull'integrazione), al quale avevano partecipato 86 rappresentati politici ed istituzionali, delle diverse confessioni religiose, delle organizzazioni economiche, sindacali e del volontariato, delle associazioni del mondo dell'immigrazione.

I commenti all'iniziativa - sia da parte dei partecipanti che della stampa - furono prevalentemente positivi. Il vertice sull'integrazione era stato un importante segnale, anche simbolico, del Governo federale tedesco di un aumentato impegno per l'integrazione degli immigrati. Per la prima volta un cancelliere federale aveva coinvolto le associazioni dei migranti nel processo di sviluppo di un piano d'azione per affrontare insieme le sfide che l'immigrazione pone.

Frutto del Nationaler Integrationsgipfel è stato l'impegno di arrivare entro un anno alla stesura del Nationaler Integrationsplan (Programma Nazionale per l'Integrazione).

A questo fine sono stati quindi organizzati 10 gruppi di lavoro - formati da esperti tedeschi e non, di differenti istituzioni, organizzazioni, fedi religiose, professioni, esperienze - ciascuno dei quali ha affrontato un argomento diverso (dalla scuola al lavoro, dall'informazione allo sport, dalla cultura al volontariato). I gruppi hanno lavorato dall'ottobre del 2006 al marzo di quest'anno, quando hanno consegnato al Governo Federale i loro documenti, nei quali sono stati individuati obiettivi, priorità, programmi di intervento e metodi di valutazione dei risultati, assieme ai differenti impegni che i vari "soggetti" (Bund, Länder, comuni, associazioni statali e private) intendono assumere. Al Governo federale spetta ora di amalgamare e coordinare il frutto del lavoro dei vari gruppi, prendendo poi le decisioni politiche finali (quali linee di intervento accettare o favorire, quali disponibilità finanziarie garantire, ecc.). Il tutto entro il 12 luglio prossimo, data prevista per la presentazione pubblica del Nationaler Integrationsplan da parte della Cancelliera Merkel.

Su indicazione del Comitato dei Presidenti dei Comites di Germania e grazie al sostegno della nostra Ambasciata, ho fatto parte del gruppo di lavoro incentrato sul volontariato (Bürgerschaftliches Engagement). Questi era composto di una trentina di membri, un quinto dei quali di origine straniera (tra questi, l'imam di Stoccarda, il presidente del Centro di medicina etnica di Hannover, il presidente della Federazione dei circoli arabi in Germania). Tra i tedeschi, oltre ai rappresentanti di Ministeri federali, Länder e Comuni, anche quelli di istituzioni culturali, della Croce Rossa, della Conferenza episcopale, della Chiesa evangelica, ecc.

Il gruppo di lavoro ha lavorato intensamente ed in piena libertà. Le discussioni sono state ricche ed articolate, con momenti anche vivaci, ma sempre nella consapevolezza che "gli immigrati sono una risorsa", che "non sono il problema, ma parte della soluzione della sfida dell'integrazione". Chiaro è sempre stato l'obiettivo di produrre un documento finale serio, concreto ed efficace. Un documento che non si perdesse nelle solite lungaggini retoriche, ma che fosse breve (qualche pagina) e concretamente individuasse obiettivi, strumenti e metodi di valutazione dei risultati. E con soddisfazione riconosco che questo documento raccoglie anche punti che ho suggerito (sia a nome mio personale, che scaturiti nelle sedute del Comites di Monaco di Baviera o negli incontri con gli altri Presidenti dei Comites della Germania), come la necessità che i giornali, radio e televisioni diano più spazio alle informazioni su e con i migranti, o come la richiesta di valorizzare le conoscenze dei migranti (sia multiculturali che di pratiche di integrazione, ecc) nelle valutazioni a fine professionale.

Un grande contributo - di metodo, di analisi ed idee, perfino sul linguaggio da usare - è venuto da uno dei membri più famosi e qualificati del gruppo di lavoro, Rita Süssmuth, tra l'altro ex Ministro della Famiglia, ex Presidente del Bundestag ed ex presidente di quella importante commissione "Zuwanderung" che portò il tema dell'immigrazione al centro del dibattito politico tedesco.

Come ho già ricordato, il 12 luglio la Cancelliera Merkel presenterà pubblicamente il Nationaler Integrationsplan del Governo federale. Noi che abbiamo partecipato al processo di costruzione del piano siamo tra quelli che più attendono con curiosità e partecipazione la sua presentazione. Con il sottosegretario per l'immigrazione, i rifugiati e l'integrazione (Beauftragte der Bundesregierung für Migration, Flüchtlinge und Integration), Dr. Maria Böhmer, siamo già d'accordo per un successivo incontro di comune valutazione del risultato e dei possibili eventuali sviluppi. Questo ci fa sperare che l'impegno per l'integrazione di questa classe politica non sia di facciata, ma reale, e reale la sua volontà di fare degli immigrati un soggetto attivo e compartecipe.